Di fronte a pericolose risorgenze di euroscetticismo, declinato in diverse manifestazioni e da diverse ali politiche, sia nei più recenti membri dell'Unione Europea che tra gli stessi membri fondatori (pensiamo proprio all'Italia), la Banca Centrale Europea a nostro avviso ha giocato il ruolo di collante in un momento di crisi economica profonda e incapacità di avviare nuove politiche cooperative. A partire dall’ottobre del 2008 il Consiglio direttivo della BCE ha messo in campo numerose misure non convenzionali, operazioni di rifinanziamento, crediti a lungo termine per le banche commerciali dell'area euro, allentamento monetario (acquisto di titoli pubblici e privati per 60 e poi 80 miliardi al mese) al fine di sostenere banche e Paesi in difficoltà. La BCE ha finito per assumere il ruolo di lender of last resort e dal 2013 si è fatta paladina di una vera e propria rivoluzione normativa che ha introdotto l'Unione bancaria. Quest’ultima - il più grande progetto di integrazione dopo la moneta unica - ha portato alla creazione del meccanismo di vigilanza unica (SSM), diventato operativo nel novembre 2014. La BCE è diventata così responsabile della vigilanza diretta delle "banche rilevanti" (l’82% dell’attivo bancario complessivo). Alle autorità nazionali rimane la vigilanza diretta degli altri istituti “meno significativi”, dei quali tuttavia la BCE può avocare la sorveglianza diretta. A seguito di questi processi, un percorso di crescita economica sostenuta è stato riavviato nella maggior parte dei paesi dell'area euro, la deflazione è sotto controllo e le nuove normative bancarie renderanno il sistema più stabile . Attraverso quindi una lenta e progressiva di assunzione di responsabilità all’interno del sistema europeo il ruolo della Banca Centrale Europea non è stato solo centrale nella gestione della crisi, ma ha supplito – all’interno delle competenze esistenti – alla carenza di afflato europeista dei governi dei paesi membri

La Banca Centrale Europea: baluardo contro le crisi finanziarie e motore di integrazione

Chesini G.
;
2020-01-01

Abstract

Di fronte a pericolose risorgenze di euroscetticismo, declinato in diverse manifestazioni e da diverse ali politiche, sia nei più recenti membri dell'Unione Europea che tra gli stessi membri fondatori (pensiamo proprio all'Italia), la Banca Centrale Europea a nostro avviso ha giocato il ruolo di collante in un momento di crisi economica profonda e incapacità di avviare nuove politiche cooperative. A partire dall’ottobre del 2008 il Consiglio direttivo della BCE ha messo in campo numerose misure non convenzionali, operazioni di rifinanziamento, crediti a lungo termine per le banche commerciali dell'area euro, allentamento monetario (acquisto di titoli pubblici e privati per 60 e poi 80 miliardi al mese) al fine di sostenere banche e Paesi in difficoltà. La BCE ha finito per assumere il ruolo di lender of last resort e dal 2013 si è fatta paladina di una vera e propria rivoluzione normativa che ha introdotto l'Unione bancaria. Quest’ultima - il più grande progetto di integrazione dopo la moneta unica - ha portato alla creazione del meccanismo di vigilanza unica (SSM), diventato operativo nel novembre 2014. La BCE è diventata così responsabile della vigilanza diretta delle "banche rilevanti" (l’82% dell’attivo bancario complessivo). Alle autorità nazionali rimane la vigilanza diretta degli altri istituti “meno significativi”, dei quali tuttavia la BCE può avocare la sorveglianza diretta. A seguito di questi processi, un percorso di crescita economica sostenuta è stato riavviato nella maggior parte dei paesi dell'area euro, la deflazione è sotto controllo e le nuove normative bancarie renderanno il sistema più stabile . Attraverso quindi una lenta e progressiva di assunzione di responsabilità all’interno del sistema europeo il ruolo della Banca Centrale Europea non è stato solo centrale nella gestione della crisi, ma ha supplito – all’interno delle competenze esistenti – alla carenza di afflato europeista dei governi dei paesi membri
2020
978-88-15-28633-8
Banca Centrale Europea, politica monetaria, Sistema di Vigilanza Unico, Integrazione europea
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1001131
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