Il proposito di questo lavoro è di analizzare le principali problematiche dell’attuale panorama internazionale e le soluzioni predisposte, cercando di indagarne le peculiarità allo scopo di individuare i fondamenti e la reale sostenibilità di un regime circolatorio specifico. La trattazione è divisa in tre parti ciascuna delle quali adotta uno sguardo comparatistico mantenendo al contempo un respiro internazionale, imprescindibile in considerazione dell’oggetto dell’indagine. La ricerca è svolta per nodi tematici: si è preferito, dunque, evitare una comparazione “per ordinamenti”, per affrontare invece ogni singola questione prendendo in considerazione in chiave comparatistica quegli ordinamenti che maggiormente sembravano in grado di far luce sul profilo specifico. Il punto di partenza della ricerca è rappresentato dal profilo terminologico e definitorio, esaminato da un punto di vista giuridico e, prima ancora, etimologico, antropologico e storico, con il Rinascimento italiano e la Rivoluzione francese che assurgono a punti di svolta nello sviluppo della definizione di quelli che oggi chiamiamo beni culturali. Un profilo ulteriore riguarda la distinzione tra beni mobili e immobili. Si tratta di questione quanto mai attuale e concreta in relazione ai beni culturali, perché si registrano ipotesi significative in grado di mettere in discussione i tradizionali schemi di riferimento nelle diverse esperienze giuridiche. Limitata l’analisi ai soli beni culturali mobili, la seconda parte della tesi s’incentra più propriamente sul mercato dell’arte e sulle sue problematiche. Lo scopo è quello di delineare le caratteristiche principali del mercato dell’arte e gli interessi che lo informano per poter ritrarre un’immagine per quanto possibile completa delle sue complesse dinamiche e degli interessi che le determinano. Com’è ovvio essi assumono valore non solo dal punto di vista di un’analisi prettamente economica ma, anche, sotto il profilo giuridico. Infatti, come il diritto risponde alle esigenze della società crescendo ed evolvendosi con essa, così la regolamentazione giuridica della circolazione dei beni culturali risponde alle istanze derivanti dagli interessi pubblici e privati in gioco, calandosi nella realtà dei mercati. La molteplicità degli interessi solleva diversi problemi dal punto di vista della circolazione giuridica dei beni e del riconoscimento dei relativi diritti e divieti a livello internazionale. A partire da tale constatazione, però, l’analisi di interessi e dinamiche non sembra in grado di dar interamente conto della peculiarità dell’ambito di indagine. Nella terza parte, dunque, si affrontano ulteriori questioni che prescindono dal mercato dell’arte in sé, arrivando a toccare il problema più profondo della qualificazione dogmatica dei beni culturali. È questo il caso innanzitutto della disciplina dell’acquisto a non domino e della tutela dell’acquirente in buona fede che è affrontata in maniera differente dagli ordinamenti di civile e common law. Dall’analisi sia a livello nazionale che sovranazionale traspare un’effettiva consapevolezza delle esigenze proprie dei beni culturali mobili e della necessità di plasmare delle regole ad hoc che tengano conto delle peculiarità di tale categoria, al di là e al di fuori dei tradizionali schemi definitori del diritto comune. Come si vedrà, infatti, è la stessa particolare natura dei beni culturali a influenzare la loro circolazione internazionale secondo criteri differenti rispetto a quella degli altri beni.

La specificità del regime circolatorio dei beni culturali mobili

Sabrina Ferrazzi
2019-01-01

Abstract

Il proposito di questo lavoro è di analizzare le principali problematiche dell’attuale panorama internazionale e le soluzioni predisposte, cercando di indagarne le peculiarità allo scopo di individuare i fondamenti e la reale sostenibilità di un regime circolatorio specifico. La trattazione è divisa in tre parti ciascuna delle quali adotta uno sguardo comparatistico mantenendo al contempo un respiro internazionale, imprescindibile in considerazione dell’oggetto dell’indagine. La ricerca è svolta per nodi tematici: si è preferito, dunque, evitare una comparazione “per ordinamenti”, per affrontare invece ogni singola questione prendendo in considerazione in chiave comparatistica quegli ordinamenti che maggiormente sembravano in grado di far luce sul profilo specifico. Il punto di partenza della ricerca è rappresentato dal profilo terminologico e definitorio, esaminato da un punto di vista giuridico e, prima ancora, etimologico, antropologico e storico, con il Rinascimento italiano e la Rivoluzione francese che assurgono a punti di svolta nello sviluppo della definizione di quelli che oggi chiamiamo beni culturali. Un profilo ulteriore riguarda la distinzione tra beni mobili e immobili. Si tratta di questione quanto mai attuale e concreta in relazione ai beni culturali, perché si registrano ipotesi significative in grado di mettere in discussione i tradizionali schemi di riferimento nelle diverse esperienze giuridiche. Limitata l’analisi ai soli beni culturali mobili, la seconda parte della tesi s’incentra più propriamente sul mercato dell’arte e sulle sue problematiche. Lo scopo è quello di delineare le caratteristiche principali del mercato dell’arte e gli interessi che lo informano per poter ritrarre un’immagine per quanto possibile completa delle sue complesse dinamiche e degli interessi che le determinano. Com’è ovvio essi assumono valore non solo dal punto di vista di un’analisi prettamente economica ma, anche, sotto il profilo giuridico. Infatti, come il diritto risponde alle esigenze della società crescendo ed evolvendosi con essa, così la regolamentazione giuridica della circolazione dei beni culturali risponde alle istanze derivanti dagli interessi pubblici e privati in gioco, calandosi nella realtà dei mercati. La molteplicità degli interessi solleva diversi problemi dal punto di vista della circolazione giuridica dei beni e del riconoscimento dei relativi diritti e divieti a livello internazionale. A partire da tale constatazione, però, l’analisi di interessi e dinamiche non sembra in grado di dar interamente conto della peculiarità dell’ambito di indagine. Nella terza parte, dunque, si affrontano ulteriori questioni che prescindono dal mercato dell’arte in sé, arrivando a toccare il problema più profondo della qualificazione dogmatica dei beni culturali. È questo il caso innanzitutto della disciplina dell’acquisto a non domino e della tutela dell’acquirente in buona fede che è affrontata in maniera differente dagli ordinamenti di civile e common law. Dall’analisi sia a livello nazionale che sovranazionale traspare un’effettiva consapevolezza delle esigenze proprie dei beni culturali mobili e della necessità di plasmare delle regole ad hoc che tengano conto delle peculiarità di tale categoria, al di là e al di fuori dei tradizionali schemi definitori del diritto comune. Come si vedrà, infatti, è la stessa particolare natura dei beni culturali a influenzare la loro circolazione internazionale secondo criteri differenti rispetto a quella degli altri beni.
2019
cultural property, cultural goods
beni culturali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/995380
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