La convivenza coniugale e quella di fatto hanno per lungo tempo rappresentato il concetto aggregativo di molteplici istanze di tutela e di esigenze affettive. Pur rimanendo intatto il problema della garanzia degli interessi sottesi, esse hanno perso quel notevole valore evocativo e di sintesi. La realtà si è fatta a tal punto complessa, che lo studio del diritto di famiglia attiene a un’articolata e complessa molteplicità di situazioni interpersonali: indefinibili, soggette a modificazioni continue, talvolta evanescenti, sino a coprire l’area e lo studio di quel campo più esteso, che comprende il diritto delle persone e della famiglia ed evidenziare un’importante diversificazione del modello tipico di riferimento. Gli indici normativi e la prassi giurisprudenziale attestata consentono di confermare la necessità di un riconoscimento giuridico di questi nuovi contesti familiari e di sostenere l’auspicio di un processo riformistico, con interventi miti e una legislazione aperta e per principi, attraverso i quali i rapporti personali acquisiscano giuridica rilevanza e la necessaria tutela, a prescindere dai legami della biologia e dai limiti formali del diritto, ma per vincoli affettivi e sociali, dove la famiglia non sia tanto e solo il luogo dell’attestazione di uno status, quanto quello dell’affermazione dell’identità. L’analisi del panorama nazionale induce a riflettere sui nuovi strumenti di tutela nei più recenti contesti familiari e che riguarda, trasversalmente, le molteplici tipologie sopra individuate. Il “processo di famiglia” è una struttura complessa, formata di istituti giuridici, di prassi municipali e di relazioni informali fra i soggetti attori, nella quale i paradigmi dell’efficienza (banalmente riconducibile al problema dei costi della giustizia), del giusto processo (ossia dei tempi della giustizia) e del principio del contraddittorio non possono esplicarsi con le stesse modalità con cui avviene in altri settori del diritto e, segnatamente, del diritto civile. Tratto tipico e criterio ermeneutico del contesto giuridico familiaristico è quello della tutela e della promozione dei minori e dei soggetti più deboli della compagine familiare; ciò è ben evidenziato, considerando che che, nella crisi familiare, il problema dei costi e dei tempi della giustizia è affiancato da un ulteriore tipologia costi: i costi emotivi ed individuali dei soggetti coinvolti e i costi sociali del welfare, relativi alle strutture di sostegno e di supporto, necessarie per condurre la famiglia verso e attraverso gli equilibri successivi alla crisi. L’innalzamento a livello nazionale del numero di procedure giudiziali di separazione e divorzio, l’abbassamento della durata dei matrimoni, dell’età dei coniugi che accede al processo, l’abbassamento dell’età dei minori coinvolti e il numero significativo dei minori stranieri residenti (accompagnati o meno) costituiscono dati oggettivi, che incoraggiano alla spinta verso una cultura conciliativa, potenziando - anche nella fase della crisi familiare e della gestione condivisa della prole - gli strumenti esistenti (il giudice tutelare e la relazione con i servizi) e promuovendo una proficua collaborazione interdisciplinare, volta alla creazione di protocolli di intesa, di linee guida di applicazione virtuosa, di tavoli di lavoro permanente fra i diversi componenti del contenzioso familiare. Affinché il complesso di istituti giuridici e di prassi informali, il reticolo di rapporti e di strumenti di supporto possa condurre verso scelte (in senso lato) giudiziali, che siano realmente condivise e alla effettiva riduzione dei costi emotivi ed individuali dei soggetti coinvolti.

Nuovi contesti sociali e nuove esigenze di tutela: strumenti deflattivi e riduzione dei costi individuali nella crisi familiare

CORDIANO, Alessandra
2012-01-01

Abstract

La convivenza coniugale e quella di fatto hanno per lungo tempo rappresentato il concetto aggregativo di molteplici istanze di tutela e di esigenze affettive. Pur rimanendo intatto il problema della garanzia degli interessi sottesi, esse hanno perso quel notevole valore evocativo e di sintesi. La realtà si è fatta a tal punto complessa, che lo studio del diritto di famiglia attiene a un’articolata e complessa molteplicità di situazioni interpersonali: indefinibili, soggette a modificazioni continue, talvolta evanescenti, sino a coprire l’area e lo studio di quel campo più esteso, che comprende il diritto delle persone e della famiglia ed evidenziare un’importante diversificazione del modello tipico di riferimento. Gli indici normativi e la prassi giurisprudenziale attestata consentono di confermare la necessità di un riconoscimento giuridico di questi nuovi contesti familiari e di sostenere l’auspicio di un processo riformistico, con interventi miti e una legislazione aperta e per principi, attraverso i quali i rapporti personali acquisiscano giuridica rilevanza e la necessaria tutela, a prescindere dai legami della biologia e dai limiti formali del diritto, ma per vincoli affettivi e sociali, dove la famiglia non sia tanto e solo il luogo dell’attestazione di uno status, quanto quello dell’affermazione dell’identità. L’analisi del panorama nazionale induce a riflettere sui nuovi strumenti di tutela nei più recenti contesti familiari e che riguarda, trasversalmente, le molteplici tipologie sopra individuate. Il “processo di famiglia” è una struttura complessa, formata di istituti giuridici, di prassi municipali e di relazioni informali fra i soggetti attori, nella quale i paradigmi dell’efficienza (banalmente riconducibile al problema dei costi della giustizia), del giusto processo (ossia dei tempi della giustizia) e del principio del contraddittorio non possono esplicarsi con le stesse modalità con cui avviene in altri settori del diritto e, segnatamente, del diritto civile. Tratto tipico e criterio ermeneutico del contesto giuridico familiaristico è quello della tutela e della promozione dei minori e dei soggetti più deboli della compagine familiare; ciò è ben evidenziato, considerando che che, nella crisi familiare, il problema dei costi e dei tempi della giustizia è affiancato da un ulteriore tipologia costi: i costi emotivi ed individuali dei soggetti coinvolti e i costi sociali del welfare, relativi alle strutture di sostegno e di supporto, necessarie per condurre la famiglia verso e attraverso gli equilibri successivi alla crisi. L’innalzamento a livello nazionale del numero di procedure giudiziali di separazione e divorzio, l’abbassamento della durata dei matrimoni, dell’età dei coniugi che accede al processo, l’abbassamento dell’età dei minori coinvolti e il numero significativo dei minori stranieri residenti (accompagnati o meno) costituiscono dati oggettivi, che incoraggiano alla spinta verso una cultura conciliativa, potenziando - anche nella fase della crisi familiare e della gestione condivisa della prole - gli strumenti esistenti (il giudice tutelare e la relazione con i servizi) e promuovendo una proficua collaborazione interdisciplinare, volta alla creazione di protocolli di intesa, di linee guida di applicazione virtuosa, di tavoli di lavoro permanente fra i diversi componenti del contenzioso familiare. Affinché il complesso di istituti giuridici e di prassi informali, il reticolo di rapporti e di strumenti di supporto possa condurre verso scelte (in senso lato) giudiziali, che siano realmente condivise e alla effettiva riduzione dei costi emotivi ed individuali dei soggetti coinvolti.
2012
Nuovi modelli familiari; famiglie allargate e ricomposte; esigenze di tutela; strumenti deflattivi del conflitto familiare; riduzione dei costi individuali; supporto dei costi sociali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/356407
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